In Italia, negli ultimi anni sono fiorite tantissime nuove Start up con un alto valore tecnologico e innovativo, che stanno rivoluzionando la nostra vita in molti settori.
Start up innovativa… e se le cose vanno male?
Quando si parla di start up, si tende a parlare delle storie di successo, ma pochi sanno che per ogni start up che viene avviata, le statistiche ci dicono che meno di una su dieci raggiunge il successo, mentre oltre la metà chiude o fallisce entro il terzo anno dall’avvio.
Difficoltà a trovare finanziamenti, progetti di ricerca che non vanno a buon fine, concorrenza aggressiva sono i principali motivi che portano alla fine di una start up: da non sottovalutare anche i problemi legati al team di lavoro, che secondo una ricerca americana portano alla chiusura in oltre il 25% dei casi (mancanza di competenze manageriali e problemi di relazione tra i soci le cause principali…).
Le start up innovative risultano essere particolari sotto molti punti di vista: dall’oggetto che trattano, al rischio che comporta la loro creazione e alle agevolazioni che possiedono rispetto ad altre tipologie di aziende, e anche in caso di chiusura esistono importanti agevolazioni.
Pochi sanno che in realtà il Decreto Legge 179/2012 (lo stesso che ha istituito formalmente la figura della start up innovativa nel nostro paese), si è posto il problema di agevolare la risoluzione della crisi della start up mettendo a disposizione importanti strumenti legislativi.
È importante sapere in primo luogo alla una start up non può fallire, e quindi evita il complicato percorso che porta al fallimento e tutte le complicazioni che ne seguono, ma invece può accedere a una forma agevolata di “chiusura”: infatti la start up è uno dei soggetti “privilegiati” che può avere accesso alla legge sul sovraindebitamento, ovvero alla legge 3 2012.
In sostanza, grazie a questa legge è possibile trovare una soluzione veloce alla crisi dell’azienda start up, ma quali passi seguire? Ne parliamo con Piano Debiti, azienda specializzata nella gestione di procedure ex legge 3 2012, che si è occupata anche di numerosi casi di start up innovative che hanno chiuso il loro percorso.
Procedure di sovraindebitamento della start up: a cosa serve?
Queste procedure si attivano quando la start up deve chiudere, ma ci sono debiti non pagati, che non permettono la liquidazione dell’azienda. La norma prevede in questi casi che si possa attivare una procedura che come vedremo in seguito permette di chiudere l’azienda e vedere cancellati i debiti non pagati dalla start up
Un altro vantaggio è che della liquidazione si occuperà un liquidatore nominato dal Tribunale: infatti quando un’esperienza di start up finisce, spesso tra i soci nessuno vuole dedicare tempo a quest’ultima fase prima della chiusura. La nomina di un liquidatore invece, toglie ogni incombenza ai soci, che potranno tornare alle loro attività non occupandosi più dell’azienda da chiudere.
Le procedure di sovraindebitamento
Si parla di procedure di sovraindebitamento, quando l’azienda richiede in tribunale di essere protetta dai propri creditori, e inserita in un percorso che porta alla cancellazione dei debiti in pagati, utilizzando il patrimonio dell’azienda stessa.
Qualora una start up innovativa si trovi a così vivere una situazione di sovraindebitamento, ha la possibilità di poter sempre accedere alle procedure di sovraindebitamento, senza le limitazioni che invece riguardavano le altre tipologie di aziende.
Introducendo queste agevolazioni, la normativa italiana si è così attuata nella direzione di favorire la nascita, il mantenimento della start up e nel promuovere l’utilizzo delle procedure di sovraindebitamento per rimediare alle situazioni di crisi in cui purtroppo si ritrovano spesso le start up.
Per poter accedere alle procedure di sovraindebitamento quindi basterà per la start up innovativa:
- sia iscritta nell’elenco delle start up innovative (l’azienda deve esser classificata come innovativa);
- sia in stato di sovraindebitamento;
- non abbia commesso atti di frode, ovvero non siano stati “distratti” denaro o patrimonio in genere.
In presenza di questi requisiti la start up innovativa può procedere alle procedure di sovraindebitamento qualunque sia il volume di affari dell’impresa, le sue dimensioni e qualunque sia l’ammontare del debito contratto.
In base allo stato e alle esigenze della start up innovativa si sceglierà la soluzione più appropriata tra quelle previste dalle procedure di sovraindebitamento.
Altro aspetto importante da sottolineare per quanto riguarda la liquidazione della start up, è che soci ed amministratori godono di un regime di particolare favore per quanto riguarda la “pubblicità” del loro coinvolgimento nella liquidazione. Secondo l’art. 31 del d.l. 179/2012 secondo comma, trascorsi dodici mesi dalla pubblicazione nel registro delle imprese del decreto di apertura della procedura di sovraindebitamento, la compagine sociale delle start up non sarà più visibile nel registro delle imprese, né nelle banche dati.
Questo per evitare che il discredito conseguente all’insolvenza dell’azienda possa coinvolgere la credibilità dell’investitore per future iniziative imprenditoriali.
Piano Debiti: il consulente specializzato
Piano Debiti sottolinea l’importanza, in caso si sovraindebitamento, di affidarsi sempre a un professionista del settore, competente e professionale, che abbia già gestito casi di start up innovative.
Si tratta di un’attività che questa azienda porta avanti da oltre cinque anni, diventando leader di questo settore grazie ad un’impostazione veramente consulenziale, e all’impegno nel seguire le pratiche fino al buon fine delle stesse.