L’Antitrust Ue ha deciso di infliggere una maxi-multa da 110 milioni di euro all’azienda di Zuckerberg (Facebook) per aver fornito delle informazioni fuorvianti al momento dell’acquisizione di WhatsApp.
Quando Facebook, nell’ottobre 2014, aveva ricevuto dall’antitrust europea il via libera all’acquisizione di Whatsapp, aveva assicurato l’impossibilità di poter collegare gli account degli utenti attivi su entrambe le piattaforme.
Nell’agosto del 2016, invece, Menlo Park dispose il collegamento tra i profili del social network e quelli del servizio di messaggistica, causando irritazione anche tra numerosi utenti.
Come ricorda La Stampa, “lo staff di Facebook era infatti al corrente sin dal 2014 della possibilità tecnica di poter collegare automaticamente i profili Facebook con quelli Whatsapp, sebbene lo avesse negato”.
“E’ un segnale alle società che devono rispettare le regole Ue“, ha detto la commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager.
La commissaria -ha aggiunto- “la multa imposta a Facebook è proporzionata e deterrente“.
Secondo le regole europee sulle fusioni, Bruxelles può infatti imporre una sanzione pari all’1% del fatturato annuo di una società se questa fornisce in modo intenzionale informazioni scorrette o fuorvianti.
L’acquisto di WhatsApp resta valido – Nonostante le false informazioni fornite nel 2014, “l’ok” che la Commissione UE diede alla fusione tra Facebook e WhatsApp, resta valido.
La decisione dell’Antitrust, sottolinea Bruxelles, “non ha impatto sulla decisione dell’ottobre 2014 di autorizzare la transazione”, né è legata a ulteriori procedimenti legali in corso legati alla privacy dell’aggiornamento dei termini di utilizzo del servizio imposti agli utenti WhatsApp nell’agosto 2016.