gaming disorder

Molti in ambito medico sottovalutano quanto possa essere pericolosa una patologia come il cosiddetto gaming disorder.

Tuttavia, l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha aggiunto in maniera ufficiale il gaming disorder all’interno della lista dell’ICD-11. La ICD è una classificazione, riconosciuta a livello mondiale, delle malattie e dei problemi ad essa collegati.

A dire il vero, l’aggiunta del gaming disorder come nuova forma di dipendenza ha portato ad un acceso dibattito. Infatti, alcuni esponenti dell’ambito scientifico e accademico, si erano opposti a tale decisione. Ciononostante, è prevalsa l’iniziale posizione. La nuova dipendenza che ogni anno cattura migliaia di giovani, è entrata ufficialmente nella ICD-11, insieme ad altre 50 mila tra patologie e malattie.

Cos’è il gaming disorder

Sempre secondo l’OMS, il gaming disorder è una vera e propria patologia, con la quale il paziente è ossessionato dai videogiochi. Il suo comportamento rivolto al gioco compromette in maniera significativa ogni altro aspetto della sua vita. Rovina la vita sociale, personale e lavorativa/scolastica dell’individuo.

Il disturbo può essere rivolto a qualsiasi modalità di videogaming, siano questi offline (cioè quando il soggetto gioca da solo), o in modalità online (quando gioca a distanza con altri giocatori che possono provenire da ogni parte del mondo).

Ovviamente con lo sviluppo del mondo dei videogiochi, è sempre più riscontrato un uso eccessivo per quanto riguarda la modalità online. Decisamente superato l’offline, molto meno frequente nei giochi del momento.

Il gaming disorder, come facile da immaginare, può interessare ogni tipo di piattaforma di gioco. Sappiamo come il mercato videoludico abbia proposto negli ultimi anni un grande numero di dispositivi. Le due principali console di gioco (Playstation e XBOX) sono state affiancate da altri dispositivi considerabili pericolosi per un soggetto vulnerabile sotto questo punto di vista.

È infatti sempre più frequente vedere ragazzi, ma anche adulti, incollati agli schermi dei loro PC e smartphone. Non bisogna quindi avere paura solo delle console da gioco tradizionali.

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Gaming disorder: i sintomi

Cerchiamo di capire insieme come riconoscere un comportamento di gaming normale, da un comportamento ossessivo che porta ad una forma, più o meno grave, di gaming disorder.

Una prima definizione di questo disturbo che possiamo dare è: “una serie di comportamenti persistenti o ricorrenti legati al gioco, sia online che offline”.

I sintomi possono essere diversi, ma il principale è un mancato controllo sul gioco stesso. Quest’ultimo infatti potrebbe prendere il controllo della vita dell’individuo. Qualsiasi attività o interesse verrà messo da parte e sovrastato dall’impulso di giocare. A questo punto si può iniziare a parlare di gaming disorder. Quando la priorità diventa il gioco.

Da un punto di vista clinico, si può catalogare un soggetto come affetto da tale malattia quando il comportamento sopracitato si manifesta per un periodo di tempo superiore ad un anno.

La dottoressa Laura Torselli, la quale si occupa di chirurgia bariatrica a Milano, ha dichiarato che il gaming disorder può portare anche a sovrappeso ed obesità.

Ovviamente i casi devono essere analizzati singolarmente, in quanto il comportamento malato può essere più o meno grave ed accentuato.

Arrivati alla conclusione che un soggetto sia affetto da tale disturbo diventa necessaria una cura.

Gaming disorder: le cure

Purtroppo non c’è una cura efficace in maniera assoluta. Come ogni tipo di dipendenza è necessario lavorare utilizzando tecniche di tipo soggettivo.

Queste possono essere dei colloqui motivazionali e successivamente dei processi di prevenzione dal gioco. I colloqui con degli esperti, magari accompagnati da qualche trattamento psicologico, possono certamente aiutare.

La prevenzione è poi necessaria per evitare eventuali ricadute nel mondo del gaming disorder.

Il gaming disorder è un problema da non sottovalutare. Se conosci qualcuno che possa manifestare questi comportamenti, agisci subito. Non considerarla una dipendenza di poco conto. Può essere pericolosa!

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